La storia

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    La storia del castello è affascinante perchè le prime tracce del castello risalgono alla metà del 1200.
Al tempo era una vera e propria fortificazione.
Notizie riportano che nel 1271 vi fu inviato un podestà dal governo senese quando già vi avevano  podere i  Piccolomini.
Purtroppo negli anni, la Repubblica Senese guardò al castello, con la sua struttura fortilizia e la sua posizione strategica, con preoccupazione, tanto che nel 1389 ordinò che fosse diroccato.
Il castello fu poi ricostruito sulle tracce della antica fortificazione.
Dalla ricostruzione deriva il nome “Castelnuovo” proprio ad indicare che precedentemente vi era un castello più antico.
Non si ha data precisa della ricostruzione, ma è plausibile ipotizzare che fu ricostruito nel seicento, anche perché la chiesa suffraganea dedicata a San Martino a servizio del castello riporta un’ iscrizione che indica il 1728 come data già di un primo restauro della chiesa.
Negli anni Castelnuovo prese il nome dei proprietari, per cui per un certo periodo è indicato nella carte geografiche come Castelnuovo Bersi.
Ad oggi è indicato col toponimo di Castelnuovo Grilli dal nome della nostra famiglia che ne è proprietaria da circa metà ottocento.
Il nostro antenato, Ranieri Grilli, che commerciava ginepro con l’Inghilterra, un giorno visitando le colline del senese, si imbattè nel castello, se ne innamorò e l’acquistò assieme alla terre circostanti per dare inizio a quella che divenne una bellissima azienda agricola.
All’interno del castello poi fu fatta costruire una scuola in modo che tutti, i propri figli e i figli delle persone che lavorano i campi potessero studiare.

Il complesso è il frutto di fasi edificatorie differenti.
La parte inferiore del castello è probabilmente la più antica con tracce verosimilmente risalenti al milleduecento.
Nel corso del tempo sono stati realizzati vari ampliamenti, probabilmente seicenteschi e infine ottocenteschi.
Nel corso dell’ottocento è stata aggiunta l’ala est, più bassa rispetto al castello e che era destinata alle varie produzioni agricole. E’ infatti composto da un bellissimo tinaione a tre navate con volte a crociera in mattoni, da un ampia oliviera anch’essa con soffitto a volte e da altri ampi locali voltati.

La facciata attuale del castello, con intonaco con modanature in rilievo a conci e motivo trilobato in corrispondenza delle finestre, è frutto di un restauro risalente a circa metà ottocento, di tale progetto conserviamo ancora un disegno di progetto dal quale si percepisce la bravura dell’architetto del tempo.

L’impianto del giardino è quello del giardino all’italiana, realizzato a cavallo tra l’ottocento e il novecento, con pozzo in pietra che fa da perno alla composizione del giardino.
Sono presenti aiuole delimitate da pietre, siepi di bosso, conifere secolari tra cui Cedro del Libano e Cedro Deodara, sono inoltre presenti altre essenze dell’impianto originario tra cui piante di alloro e di tasso.

Nel corso della seconda guerra mondiale, per la sua posizione strategica su un’altura che domina le colline circostanti, il castello fu purtroppo occupato dai tedeschi. Grazie alla nostra cara zia Gisa, che aveva studiato tedesco e che riuscì a comunicare con gli occupanti, la difficile occupazione fu resa un poco più gestibile. Nel 1944 arrivarono gli americani che regalarono a mia nonna le prime saponette per il figlio appena nato: mio padre.

La storia di Castelnuovo non è solo successione di eventi storici e di costruzioni, ma è sopratutto storia, di famiglia, di persone che con la loro unione rendevano e rendono questo posto ancora più bello.
Memorabili erano le cene in occasione della festa di San Martino (santo a cui è dedicata la cappella) in cui tutti si riunivano e in cui fiaccole accese accarezzavano i merli del castello e delle mura di cinta, conferendo a tutto un aspetto fiabesco.